Skip to main content

Come stabiliamo ciò che è giusto o sbagliato?

| Francesco Borgia | Blog

La tradizione comportamentista considera la morale, intesa come “ciò che riteniamo giusto e ciò che riteniamo sbagliato” come frutto di abitudine, di imitazione e di apprendimento: è il comportamento che genera il pensiero giusto/sbagliato.

Negli anni ’60, lo psicologo statunitense Lawrence Kohlberg ribalta l’ottica comportamentista ed elabora una teoria dello sviluppo morale che mette al centro il ragionamento e il pensiero alla base di un comportamento e lo sviluppo morale è identificato nel passaggio da strutture cognitive più elementari a strutture cognitive mature ed evolute.

Kohlberg identifica tre fasi dello sviluppo morale:

LIVELLO PRECONVENZIONALE: è il livello prevalente fino ai 9-10 anni, il bene e il male vengono giudicati in base alle conseguenze negative o positive per il soggetto stesso. In questa fase il bambino attribuisce più importanza all’autorità che ha emanato le norme che alle intenzioni dell’agente, il riferimento centrale è l’individualismo e il bambino giudica utile rispettare le regole solo quando da esse deriva un vantaggio immediato e concreto per sé. L’ottica è quella premio/punizione.

Es: un bambino non dice una parolaccia perché sa che sarebbe punito. Un bambino riordina i suoi giochi perché si aspetta che la madre gli dica che è stato bravo.

 

LIVELLO CONVENZIONALE: è il livello dell’adolescenza (10-20 anni). In questa fase l’attenzione primaria è rivolta ai valori e alle norme socialmente condivise nel gruppo dei pari e nella propria cerchia sociale. Giusto o sbagliato vengono stabiliti conformandosi ai valori del proprio gruppo alla ricerca di appartenenza e approvazione sociale.

Es: un ragazzo non va a messa perché sarebbe preso in giro dalla cerchia di amici.

 

LIVELLO POSTCONVENZIONALE: è il livello tipico dell’età adulta. In questa fase emerge la consapevolezza che leggi e norme sono il frutto di accordi e negoziazioni, devono essere rispettati per mantenere l’imparzialità e il rispetto di principi universali quali il valore della vita e la dignità della persona. Giusto o sbagliato in questa fase non sono così nettamente distinguibili, le persone sono in grado di riconoscere ed apprezzare le complesse sfumature possibili.

Es: riteniamo giusto che la legge preveda delle attenuanti anche per i reati più gravi perché riconosciamo la complessità del dare un giudizio morale e le infinte variabili che possono portare ad uno specifico comportamento (legittima difesa, infermità mentale).

 

Il tema dello Sviluppo Morale è un tema che ha affascinato molti scienziati. La teoria di Kohlberg è una delle più studiate e influenti tuttavia non è l'unica e come tutte le teorie è stata criticata. Di questo tema si sono occupati in modo significativo Piaget, Turiel e Bandura.

 

BIBLIOGRAFIA

Camaioni, L.; Di Blasio, P. (2007). Psicologia dello sviluppo. Bologna, Italia. Il Mulino Editore.

Scabini, E.; Iafrate, R. (2019). Psicologia dei legami familiari. Bologna, Italia. Il Mulino Editore.

Bonino, S.; Cattelino, E. (2008). La prevenzione in adolescenza. Trento, Italia. Edizioni Erickson.

Condividi