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Che cos'è un disturbo mentale?

| Francesco Borgia | Blog

L’OMS definisce i disturbi mentali come “una sindrome caratterizzata da significativi problemi nel pensiero, nella regolazione delle emozioni, o nel comportamento di una persona, che riflettono una disfunzione dei processi psicologici, biologici o dello sviluppo che compongono il funzionamento mentale. I disturbi mentali sono generalmente accompagnati da sofferenza o difficoltà nelle abilità sociali, occupazionali e altre attività significative”.

È interessante sottolineare che l’OMS e il DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) prendono in considerazione anche gli effetti delle diverse culture o dei modelli sociali di provenienza della persona: una risposta socialmente accettata o attesa ad uno stimolo negativo (es: tristezza in seguito alla perdita di un familiare) non può esser diagnosticata come un disturbo mentale.

I disturbi mentali compongono un’importante parte del lavoro di uno psicologo, tuttavia ci sono molte altre situazioni, non necessariamente “patologiche” che possono giovare di un percorso psicologico (difficoltà relazionali, blocchi professionali o nello studio, orientamento, sviluppo di sè).

La diagnosi di un disturbo mentale ha importante valenza clinica, serve a determinare una prognosi, un piano di trattamento ed i possibili outcome per il paziente. Tuttavia, la diagnosi di un disturbo mentale non coincide con il bisogno di un trattamento. La necessità di un intervento professionale è una decisione clinica complessa che deve prendere in considerazione la severità dei sintomi, la qualità dei sintomi (es: idee suicidarie o aggressive), il grado di sofferenza del paziente, la pervasività della sintomatologia nella sua vita quotidiana, rischi e benefici di un possibile trattamento. Questo significa che, al di là dei modelli e delle categorizzazioni “didattiche”, nella vita reale è possibile non rispettare tutti i criteri diagnostici di un determinato disturbo, ma avere comunque necessità di un intervento terapeutico.

 

Classificazione

Nell'ultima edizione del DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) è stata profondamente rivista e aggiornata la classificazione dei disturbi mentali conosciuti. Ecco un riassunto della nuova organizzazione delle malattie mentali:

 

  • Disturbi del neurosviluppo: sono disturbi a carico del sistema nervoso/cerebrale. L'esordio di questi è tipicamente collocato nelle prime fasi dello sviluppo (es: disturbi dello spettro autistico, ADHD, disabilità intellettiva, disturbi del linguaggio).
  • Disturbi dello spettro psicotico: sono caratterizzati dalla presenza di almeno uno tra: delirio, allucinazioni, pensiero disorganizzato, azione motoria disorganizzata e sintomi negativi (es: riduzione dell’espressività delle emozioni sia a livello verbale che fisico, riduzione della motivazione ad ingaggiarsi in attività piacevoli, isolamento sociale). In questa categoria di disturbi rientrano: disturbo schizofreniforme, schizofrenia, disturbo psicotico indotto da farmaci/sostanze, catatonia.
  • Disturbi bipolari e correlati: una delle novità del DSM 5 è la separazione dei disturbi bipolari dai disturbi depressivi. Questi disturbi sono caratterizzati dall’oscillazione dell’umore tra i poli opposti depressivo e maniacale. In questa categoria rientrano: disturbo bipolare I, disturbo bipolare II, disturbo ciclotimico.
  • Disturbi depressivi: sono disturbi caratterizzati da sintomi depressivi e umore disregolato. In questa categoria troviamo: disturbo depressivo maggiore, disturbo depressivo persistente, disturbo depressivo indotto da farmaci/sostanze.
  • Disturbi d’ansia: questi disturbi sono caratterizzati da paura o ansia eccessive accompagnato da disturbi comportamentali. Si differenziano da normali stati di ansia o paura per la pervasività dei sintomi. Tra questi disturbi troviamo: disturbo d’ansia da separazione, mutismo selettivo, fobie specifiche, fobia sociale, disturbo di panico, agorafobia, disturbo d’ansia generalizzato.
  • Disturbi ossessivo-compulsivi: sono disturbi caratterizzati dalla presenza di pensieri ossessivi e/o comportamenti compulsivi. Includono: disturbo ossessivo compulsivo, tricotillomania, disturbo da escoriazione.
  • Disturbi di origine traumatica o stress-correlati: sono disturbi che hanno origine dall’esposizione a eventi traumatici o fortemente stressanti. Tra questi: disturbo post traumatico da stress, disturbo da stress acuto, disturbo dell’adattamento.
  • Disturbi dissociativi: sono caratterizzati da un’interruzione o una discontinuità nel normale funzionamento del pensiero, della memoria, dell’identità, delle percezioni, della rappresentazione del corpo, del comportamento e delle emozioni. I sintomi dissociativi possono colpire qualunque area del funzionamento psicologico. Tra questi disturbi troviamo: disturbo dissociativo dell’identità, amnesia dissociativa, disturbo di depersonalizzazione o derealizzazione.
  • Disturbi somatoformi e correlati: in questa categoria rientrano i disturbi caratterizzati da sintomatologia prevalentemente somatica. Tra questi: ipocondria, disturbo da sintomi somatici, sindrome di Munchausen.
  • Disturbi alimentari: sono disturbi caratterizzati dalla presenza di comportamenti disfunzionali nell’alimentazione. Anoressia, bulimia, pica, disturbo da ruminazione, binge-eating sono i più conosciuti.
  • Disturbi da eliminazione: questi disturbi comportano l’eliminazione in modo inappropriato di urine e feci. Sono generalmente diagnosticati nell’infanzia o nell’adolescenza. Tra questi: enuresi, encopresi.
  • Disturbi del sonno: tra questi troviamo: insonnia, ipersonnia, narcolessia.
  • Disfunzioni sessuali: sono disturbi che riguardano l’apparato o l’attività sessuale. Tra questi troviamo: disturbi dell’eiaculazione (precoce, ritardata, assente), disfunzione erettile, disturbo dell’orgasmo femminile, disturbo dell’eccitazione sessuale, vaginismo, disfunzioni dovute a farmaci/sostanze.
  • Disforia di genere: è una categoria molto controversa, per disforia di genere si intende il disagio e le difficoltà che derivano dall’incongruenza tra il genere espresso dal corpo e quello che la persona “si sente”.
  • Disturbi del controllo degli impulsi: includono i disturbi caratterizzati da problemi nella regolazione del comportamento. La maggior parte di questi disturbi insorge nell’infanzia o nell’adolescenza. Tra questi: disturbo oppositivo-provocatorio, disturbo della condotta, disturbo esplosivo intermittente, disturbo antisociale.
  • Disturbi da abuso di sostanze e dipendenze: in questa categoria si classificano le sostanze psicotrope più diffuse (alcol, caffeina, cannabis, allucinogeni, oppiacei, sedativi, ipnotici, ansiolitici, stimolanti, tabacco, gioco d’azzardo). Queste sostanze hanno in comune l’attivazione di una risposta piacevole da parte del cervello e del sistema nervoso di tale intensità che le normali attività quotidiane risultano compromesse. A queste sostanze si aggiungono le dipendenze comportamentali: sesso, shopping, internet, esercizio fisico eccessivo, sulle quali però il DSM 5 non prende posizione chiara per “insufficienza di prove”.
  • Disturbi neurocognitivi: delirio, disturbo neurocognitivo maggiore e lieve, disturbo neurocognitivo di origine traumatica, disturbo neurocognitivo indotto da farmaci/sostanze, disturbi neurocognitivi dovuti ad altre malattie (Alzheimer, Parkinson, Huntington, Lewy).
  • Disturbi della personalità: questi disturbi sono caratterizzati da pattern di comportamenti e vissuti che deviano marcatamente dalle aspettative culturali e sociali della persona, sono pervasive e inflessibili, esordiscono nell’adolescenza, perdurano nel tempo e comportano stress e impedimento. Tra questi: disturbo di personalità borderline, disturbo di personalità paranoide, disturbo di personalità, antisociale, disturbo di personalità narcisistica.
  • Parafilie: questi disturbi riguardano la sfera sessuale e, in particolare, l’oggetto che scatena il desiderio sessuale. Tra questi: voyeurismo, esibizionismo, masochismo, sadismo, pedofilia, feticismo.
  • Disturbi indotti da farmaci o altre cure: sono disturbi la cui eziologia è riconducibile agli effetti collaterali di altri trattamenti medici. Tra questi: crisi di astinenza, tremori, disturbi della memoria, disturbi del movimento.

 

Bibliografia:

Beidel, C.D., Bulik, C.M., Stanley, M.A. (2013). Abnormal Psychology. New York, USA. Pearson Education.

American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Washington, DC. APA Books.

 

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