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Il disturbo ossessivo-compulsivo

| Francesco Borgia | Blog

“Che sono queste posate di plastica da pic-nic? Perché non usa le nostre? Ha paura che non siano pulite? Deve provare le posate pulite degli altri come parte del piacere di andare a pranzo fuori!”

 Carol Connelly a Melvin in “Qualcosa è cambiato” (1997)

 

Il disturbo ossessivo-compulsivo (OCD) è una psicopatologia caratterizzata dalla presenza di ossessioni e compulsioni.

Per ossessioni si intendono pensieri, immagini e impulsi ricorrenti e persistenti, che sono vissuti dalla persona come intrusivi e indesiderati. Le compulsioni sono invece comportamenti ripetitivi che la persona agisce in risposta ad un pensiero ossessivo o a rigide regole mentali.

Nel DSM 5 ai disturbi ossessivo-compulsivi è dedicato un intero capitolo, oltre all’OCD vero e proprio infatti, vengono identificati altri disturbi correlati ad ossessioni e/o compulsioni: il disturbo da dismorfismo corporeo, tricotillomania, disturbo da accumulo, skin-picking, disturbo ossessivo-compulsivo indotto da sostanze/farmaci o altre condizioni mediche.

 

Approfondiamo l’OCD.

CRITERI DIAGNOSTICI

  • Presenza di ossessioni, compulsioni o entrambe.

Le ossessioni sono definite come:

  1. Pensieri, immagini e impulsi ricorrenti e persistenti vissuti dalla persona come intrusivi e indesiderati e che causano significativi livelli di stress e ansia (es: paura del contagio, ideazioni aggressive, ideazioni autolesive, ideazioni di tradimento).
  2. La persona cerca di gestire e limitare questi pensieri attraverso pensieri diversi o azioni (es: mettendo in atto comportamenti compulsivi).

 Le compulsioni sono definite da:

  1. Comportamenti ripetitivi (es: lavare le mani, ordinare, controllare) o atti mentali (es: pregare, contare, ripetere le parole in silenzio) a cui l'individuo si sente spinto in risposta ad un'ossessione o per seguire rigide regole mentali che devono necessariamente essere applicate.
  2. I comportamenti hanno lo scopo di prevenire o ridurre l'ansia e il disagio legati ad eventi o situazioni temute dalla persona. Tuttavia, questi comportamenti o atti mentali non sono correlati a ciò che devono neutralizzare o prevenire, o sono chiaramente eccessivi rispetto all’effettivo pericolo che la persona corre.
  • Le ossessioni e le compulsioni impegnano molto del tempo della persona (es: più di un’ora al giorno) e causano un disagio significativo o impedimenti a livello relazionale, sociale, professionale o altre importanti aree del funzionamento.

 

  • I sintomi ossessivo-compulsivi non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza (es: una droghe, farmaci) o ad un'altra condizione medica.

 

  • Il disturbo non è attribuibile ai sintomi di un altro disturbo mentale.

 

ASPETTI SPECIFICI

Molte persone diagnosticate per il disturbo ossessivo-compulsivo (OCD) sono caratterizzate da convinzioni disfunzionali, queste convinzioni possono includere un eccessivo senso di responsabilità, la tendenza a sovrastimare le minacce, il perfezionismo, l’intolleranza dell'incertezza, l’eccessiva importanza attribuita ai pensieri (es: credere che avere un pensiero “proibito” sia tanto grave e negativo quanto metterlo effettivamente in atto) e la necessità di controllare i propri pensieri.

Gli individui con disturbo ossessivo compulsivo variano nel grado di comprensione che mostrano circa l'accuratezza delle credenze che sono alla base dei loro sintomi ossessivo-compulsivi. Molte persone hanno un’insight completo o sufficiente, ovvero, in un esempio in cui il pensiero riguarda la paura che la propria casa bruci se non si controlla ripetutamente la stufa prima di uscire, la persona è convinta che la sua casa sicuramente non brucerà, probabilmente non brucerà, potrebbe o non potrebbe bruciare a meno che lui non controlli 30 volte la stufa. Altre persone hanno uno scarso insight (es: la persona è convinta che la casa probabilmente brucerà se non controlla la stufa 30 volte) e altri ancora (circa il 4%) hanno un insight assente/credenze deliranti (es: la persona è davvero convinta che la casa brucerà se la stufa non viene controllata 30 volte). La capacità di insight può variare per la stessa persona nel corso della malattia. Uno scarso insight è statisticamente correlato ad una prognosi peggiore.

 

INSORGENZA E DECORSO

Negli Stati Uniti l’età media di insorgenza del OCD è 19.5 anni, mentre circa il 25% dei casi insorge intorno ai 14 anni. L’insorgenza dopo i 35 è rara ma possibile. Gli uomini hanno un’età media di insorgenza minore rispetto alle donne: quasi il 25% dei maschi ha un esordio prima dei 10 anni. L’esordio sintomatico è generalmente progressivo e non acuto.

Se non trattato, l’OCD tende a cronicizzarsi, la remissione naturale infatti è piuttosto rara (circa il 20% dei casi totali). Il decorso del disturbo è comunque complesso perché spesso legato all’insorgere di altre psicopatologie.

 

TRATTAMENTO

A livello di intervento psicoterapico i risultati migliori sono stati ottenuti con la terapia cognitivo-comportamentale, quella sistemica e quella strategica.

A livello farmacologico, dove necessario, si interviene con inibitori della serotonina (farmaci antidepressivi) talvolta abbinati a farmaci ansiolitici.

 

BIBLIOGRAFIA

Beidel, C.D., Bulik, C.M., Stanley, M.A. (2013). Abnormal Psychology. New York, USA. Pearson Education.

American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Washington, DC. APA Books.

 

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