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Ansia vs Paura

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Ansia e paura sono definizioni di stati emotivi spesso confusi e sovrapposti nel linguaggio comune. In campo psicologico questi due termini hanno significato e identità ben distinti. Vediamoli insieme.

Il termine ansia è definito dall’Enciclopedia Treccani come “stato emotivo spiacevole caratterizzato da apprensione, incertezza e penosa attesa con cui sono vissuti un pericolo o una minaccia”.

La paura viene invece definita come “stato emotivo consistente in un senso di insicurezza, di smarrimento e di ansia di fronte ad un pericolo reale o immaginario […] assume il carattere di un turbamento forte e improvviso quando il pericolo si presenta inaspettato, colga di sorpresa o comunque appaia imminente”.

Da queste definizioni appare evidente come, nel linguaggio comune, questi due termini vengano spesso usati come sinonimi, tuttavia analizzandole nel dettaglio è possibile identificare le caratteristiche proprie di ciascuno di questi due stati. Al termine ansia vengono associate parole come “incertezza”, “apprensione” ed “attesa”; mentre alla paura vengono associate “turbamento forte”, “improvviso”, “sorpresa”, “imminente”. Fermandoci su queste parole possiamo già farci un’idea su che cosa differenzi questi due stati emotivi e sulle loro caratteristiche proprie.

L’ansia è uno stato emotivo che precede una futura minaccia, è lo stato in cui ci troviamo nell’attesa del pericolo (per esempio prima di salire su un palco per un discorso). La paura è invece una risposta più istintiva e immediata ad uno stimolo ritenuto pericoloso in quel preciso istante (per esempio giro un angolo e mi trovo di fronte un cane che ringhia). Questa differenza è evidenziata anche dalla diversa attivazione fisiologica che questi stati generano nel nostro corpo, la paura è infatti associata all’attivazione di tipo fight or flight: aumento istantaneo del battito cardiaco e dell’adrenalina, comportamenti assimilabili alla fuga; l’ansia è invece associata a tensione muscolare, stato di vigilanza, aumento della sudorazione, comportamenti di tipo evitante. A volte il livello di paura e ansia che proviamo può essere ridotto e contenuto con comportamenti specifici messi in atto dalla persona (training autogeno, rilassamento, gesti compulsivi…).

Le problematiche psicologiche associate a questi stati sono definite Disturbi d’Ansia. In questo cluster di disturbi il DSM V (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) inserisce:

  • Disturbo da ansia di separazione,
  • Mutismo selettivo,
  • Fobie specifiche,
  • Fobia sociale,
  • Disturbo da attacchi di panico,
  • Agorafobia,
  • Disturbo d’ansia generalizzata,
  • Disturbi d’ansia indotti da farmaci o sostanze,
  • Disturbi d’ansia dovuti a condizioni mediche.

 

Consulta la rubrica “disturbo del giorno” per approfondimenti sui singoli disturbi.

 

 

Bibliografia:

 

Beidel, C.D., Bulik, C.M., Stanley, M.A. (2013). Abnormal Psychology. New York, USA. Pearson Education.

American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Washington, DC. APA Books.

Kolzet, J.A., Matthew, I., (2011). Anxiety. In Allan, R., Fisher, J. Heart and Mind: The Practice of Cardiac Psychology, Second Edition. (pp. 291-296). USA. APA Books

Ugazio, V. (2012). Storie permesse, storie proibite. Polarità semantiche familiari e psicopatologie. Torino, Italia. Bollati Boringhieri.

 

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