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Mental coaching per allenatori e preparatori

| Francesco Borgia | Blog

Una buona squadra diventa eccezionale quando i membri hanno tanta fiducia l’uno nell’altro da abbandonare “l’io” per il “noi”.

Phil Jackson

Ha senso per un allenatore lavorare sulla propria preparazione mentale? Assolutamente si, per certi aspetti è un lavoro anche più importante di quello che l’atleta può fare su se stesso.

Proviamo a vedere nello specifico perché:

  1. Relazione: un allenatore, sopratutto negli sport di squadra, deve padroneggiare tutte quelle soft skills che hanno a fare con la relazione: deve costruire una relazione con ogni singolo atleta, deve saper costruire una squadra, deve saper risolvere gli (inevitabili) conflitti, deve saper pianificare gli obiettivi ed essere in grado di guidare la squadra per raggiungerli.
  2. Comunicazione: l’allenatore basa tutta il suo lavoro sulla capacità di comunicare. Sia da un punto di vista tecnico che umano, il modo con cui un allenatore parla ai suoi atleti è uno strumento indispensabile per “far arrivare il messaggio” nel modo migliore, e non tutti gli stili comunicativi sono adatti a tutti gli atleti.
  3. Prestazione: durante una gara l’allenatore è chiamato a compiere una prestazione, proprio come i suoi atleti e, proprio come i suoi atleti, la prestazione dell’allenatore sarà sottoposta al giudizio degli stessi atleti, dei collaboratori, della Società e dei tifosi. Si capisce quindi che anche l’allenatore deve imparare a gestire le proprie emozioni e la propria attivazione così da poter svolgere al meglio la sua prestazione.

Capacità relazionali, capacità comunicative e gestione emotiva sono solo alcune delle skills su cui l’allenatore può lavorare con un mental coach che costruirà un percorso di training ad hoc per le necessità del caso.

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