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Il primo appuntamento e le leggi dell'attrazione

| Francesco Borgia | Blog

Gran parte delle relazioni sentimentali iniziano con un “primo appuntamento”.

È una situazione che può creare una certa ansia, capire gli aspetti psicologici che entrano in gioco in queste situazioni può aiutarci a gestire quest’ansia migliorando l’esito dell’incontro.

I consigli in questo campo della psicologia potrebbero sembrare banali, ma sono aspetti delle relazioni che sono stati studiati approfonditamente e i risultati di questi studi possono insegnarci molto.

Il primo appuntamento, che sia stato definito in modo “tradizionale” o online, è spesso una sorta di setacciatura iniziale, un primo approccio per capire se la persona che incontriamo può essere una persona che vale la pena conoscere e approfondire o se invece è meglio che la cosa si chiuda lì.

Naturalmente non esiste una formula sicura per far funzionare un primo appuntamento, ma l’elemento più importante nell’approcciarsi a questo evento è l’apertura mentale. L’attrazione fisica si instaura sin dai primi minuti, ma alcune ricerche ci indicano che il 20% dei coniugi non si piaceva fin dal principio, anzi hanno cominciato a ingranare solo negli incontri seguenti.

Come fare quindi per capire se la persona che abbiamo davanti “fa per noi”?

Se siamo interessati ad un rapporto occasionale, l’attrazione fisica è l’indicatore principale del funzionamento o meno dell’incontro, ma se cerchiamo un rapporto serio e potenzialmente di lunga durata, la situazione si complica.

Una buona strategia generale in questo caso è quella di rivelare con gradualità le proprie aspirazioni e preferenze, osservando la reazione e il comportamento dell’altra persona così da valutare le potenzialità dell’accoppiamento. Tuttavia bisogna anche tenere in considerazione le diverse sensibilità, le diverse modalità comunicative, che possono rendere faticosi i primi scambi portando magari a conclusioni affrettate. Per esempio se una persona risponde ad un messaggio con un po' di ritardo non vuol dire necessariamente che non sia interessata a noi. La regola della “mente aperta” è sempre quella principale da tenere presente.

 

Gli opposti si attraggono?

No. Le ricerche scientifiche ci dicono che le persone tendono a formare rapporti con persone che gli somigliano, che occupano una posizione sociale simile e hanno un’intelligenza di pari livello. Questi individui sono infatti più raggiungibili rispetto a chi “gioca in un campionato diverso” (Hatfield et al).

 

Il linguaggio dell’attrazione fisica

Ci sono alcuni segnali del corpo, più o meno consapevoli, che indicano l’attrazione reciproca, vediamo i principali:

  • inclinare leggermente la testa
  • sorridere per dare vibrazioni positive
  • guardare il “triangolo” dell’amore: occhi-labbra-occhi
  • lisciarsi i capelli, giocare con la collana, arrossire
  • piegarsi e spingersi verso l’altro
  • cambiare l’altezza della voce (donne)
  • ridere, interrompere e variare il volume vocale (uomini)

 

Chi ha diffcoltà ad attirare un partner a lungo termine, o pensa di agganciare sempre le persone sbagliate, potrebbe giovare della consulenza di uno specialista. Questi gli insegnerà a comunicare con maggiore facilità, lo aiuterà ad affinare le abilità di corteggiamento, il linguaggio del corpo, il modo di presentarsi e la gradualità nell’aprirsi.

Un altro aspetto interessante da valutare sono eventuali barriere psicologiche o meccanismi di auto-sabotaggio che talvolta mettiamo in atto per svariati motivi.

Questi sono alcuni degli strumenti che uno specialista può fornire a tutti quelli che sentono di avere difficoltà nelle relazioni sentimentali e nell’individuare il giusto partner per sè.

 

BIBLIOGRAFIA

Hatfield, E., Cacioppo, J., & Rapson, R. (1993). Emotional Contagion. Cambridge: Cambridge University Press.

Hemmings, J. (2018). Come funziona la psicologia. London, UK. Dorling Kindersley Limited.

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